Scriptoria. Miniatura e Calligrafia. Il mondo degli amanuensi è una pubblicazione scientifica presentata nel corso dell’edizione 2022 del Festival del Medioevo. Come molte altre manifestazioni, per contrastare la caducità di un evento che – per quanto grande e importante sia – una volta concluso non lascia traccia se non a livello social o poco più, per dare un valore aggiunto al festival il fondatore Federico Fioravanti ha ben pensato di affiancare agli eventi culturali la produzione annuale di un’iniziativa editoriale. Terza uscita di questa collana, il libro Miniatura e Calligrafia: Scriptoria. Il mondo degli amanuensi, prodotto dal Festival del Medioevo di Gubbio e edito da EFG (settembre 2022), conta ben 340 pagine (stampa b/n), con un buon apparato fotografico, una bibliografia importante ed un’utile glossario.

Calligrafia e miniatura (ma non solo) sotto i riflettori

Naturalmente questo non è un manuale di calligrafia come ce ne sono tanti in circolazione, ma una produzione scientifica che va ad indagare con un’ottica globale, da un punto di vista storico-culturale specialistico, paleografico, filologico e artistico le varie sfaccettature della scrittura storica. Mancava, in Italia, uno studio integrato del genere; il fatto che quest’opera sia arrivata senza rumors né pubblicità, senza farsi annunciare con il risalto che merita, sono sicuro non le impedirà di posizionarsi in alto in breve tempo.
Sono raccolti in questo studio interventi di diversi studiosi e appassionati del tema, tra i quali – giusto per restare tra quelli circolati nello scriptorium allestito al Festival di Gubbio – il maestro Ernesto Casciato, esperto di inchiostri naturali e sperimentatore di strumenti scrittori inusuali; Ivano Ziggiotti, forse il maggior conoscitore italiano di colori naturali per miniature e uno dei migliori produttori di manoscritti in circolazione; Fernando Lembo Di Pino anche conosciuto come Ou An, profondo conoscitore e scrittore di mani gotiche; Attilio Bartoli Langeli, uno dei più importanti paleografi italiani. Poi ci sono anche io, qualche chilometro dietro di loro (che essendo dei maestri, mi aspettano sempre).

Contributi e contenuti storici nel libro Scriptoria

In questa pubblicazione, che a breve sarà possibile acquistare sul sito del Festival del Medioevo, possiamo leggere come dalla Carolina siamo arrivati a corsivo, nel saggio di Bartoli Langeli. Come la carta, dalla Cina, sia arrivata ad Amalfi e Fabiano e si sia diffusa nel mondo, come hanno illustrato Massimo Oldoni e Arnaldo Casali. Conoscere gli inchiostri storici e gli strumenti che nei secoli vi sono stati intinti con Daniela Guerci, a partire dalla penna d’oca che ci mostra Ivano Ziggiotti, che ci racconta anche la produzione di manoscritti miniati nel medioevo, fino alla nascita della cultura grafica di Ernesto Casciato e alle voluttuose giravolte del calamo di Ou An e, infine, alla storia dell’incontro di Steve Jobs con la calligrafia raccontata da Federico Fioravanti.
Ma anche conoscere le scritture medievali con Elena Percivaldi, l’invenzione della biblioteca con Arnaldo Casali e un passaggio dovuto a Titivillus, il demone dei refusi con Julio Ignacio Gonzales Montañes. Incontrare scrittori e miniatori medievali con Virtus Zallot, il genio misterioso di Oderisi da Gubbio con Laura Pasquini e le miniatrici medievali con Arnaldo Casali, passando per cinque capolavori come il Codice rosso della bellezza, la madre di tutte le Bibbie, il Codex Gigas, il Libro di Kells e l’unica miniatura del Perugino.

Calligrafia i tratti di una cura

Pochi giorni prima della chiusura del libro, quindi pochi giorni prima del Festival, mi contatta il curatore Federico Fioravanti, che mi aveva invitato nello scriptorium, per chiedermi un contributo per il volume storico in quei giorni in chiusura. L’argomento me lo suggerisce lui e rimango di sasso: il valore terapeutico della calligrafia. Ora, sull’argomento, in Italia c’è veramente poco. La forza che applica la calligrafia sull’anima, in Occidente, ancora non è abbastanza riconosciuta. Va da sé, caro Federico – ho risposto – che in una pubblicazione dal calibro scientifico come quella in preparazione non potrò che fornirti un contributo personale, una riflessione, che per certi versi è la negazione del metodo su cui quella pubblicazione è impostata. Ma tant’è, vorrà dire che io aprirò io una strada e tu un nuovo capitolo nel libro. Chi poi volesse farsi un’idea, potrà andarsi a leggere la corposa bibliografia che suggerisco e che finalmente è raccolta in un unico posto.

Parlo in questo pezzo dei motivi per cui si scrive, del bisogno da cui nasce questa motivazione, e come la conseguenza – la calligrafia – curi la causa; qualunque essa sia: ognuno sa perché scrive e sa come e quanto lo scrivere possa curarla. Parlo di calligrafia come disciplina e di quel senso di pace che apporta l’esecuzione di una bella scrittura. In Oriente lo sanno bene – la calligrafia come arte marziale lo conferma – ma in Occidente quest’arte, storicamente, è sempre stata funzionale a dare una forma solenne, o elegante, o autoritaria, o semplicemente chiara a un messaggio. Solo negli ultimi anni stiamo riscoprendo anche il lato espressivo, nonché quello terapeutico, della calligrafia. Poi, ultimamente, anche la calligrafia è diventata oggetto dell’attenzione di chi cerca una via d’uscita da un mondo sempre meno a misura d’uomo. La calligrafia può curare, calmare, isolare, sollevare da tempo e spazio che non vorremmo fossero i nostri. Altro che cliccare un link, un tasto o un display. C’è una correlazione tra attività cerebrale e gesto grafico, che nessuna tecnologia è ancora riuscita a riprodurre.

Un estratto del libro, quello che riporta il mio scritto (Miniatura e Calligrafia. SCRIPTORIA. Il mondo degli amanuensi, EFG 2022: Lorenzo Paciaroni, I tratti di una cura, pp. 229-234) è scaricabile qui.

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