Lo scriptorium del Festival del Medioevo di Gubbio è probabilmente la rievocazione storica nella quale scrivo meno, tra quelle che frequento da dietro lo scrittoio. Non perché in questo scriptorium, allestito ad arte con miniatori e calligrafi da tutta Italia, creato otto anni fa dall’Associazione UnaLuna, non ne fornisca le condizioni, anzi: è nato per questo e chi entrando si trova di fronte a tanti colori, carte, pergamene, amanuensi in quello stanzone al San Francesco viene rapito dall’emozione.

Ma il tempo per scrivere, far calligrafia nel mio caso, è poco nei giorni del Festival del Medioevo: il pubblico è vasto ed estremamente specializzato, curioso, affamato di conoscenza della materia. Niente a che vedere con una rievocazione storica medievale di paese, di quelle pur dignitosissime con mercati filologici di arti e mestieri che frequento abitualmente dalla parte giusta dello scrittoio. No, il Festival del Medioevo è un evento culturale, denso di incontri, conferenze, approfondimenti e produzioni di spessore, che dopo otto edizioni si è imposto in Italia come il maggior riferimento storico culturale del settore. La provenienza del pubblico, da nord a sud dello Stivale, lo dimostra. E in tutto questo, ai piedi del meraviglioso centro storico eugubino, al complesso conventuale del San Francesco, è istituito ogni anno lo scriptorium di calligrafi e miniatori, dove per il secondo anno sono stato anche io tra i protagonisti.

Lo scriptorium di calligrafi e miniatori

Con tutti i limiti che COVID e guerre hanno imposto alle presenze straniere, rispetto allo scorso anno siamo diventati più numerosi, seppur in assenza degli ospiti intrnazionali delle prime edizioni. Assieme a me, al decano del Festival Ernesto Casciato, all’ottimo Ivano Ziggiotti, agli studenti del Liceo artistico Mazzatinti, al pergamenaio Mario Cini e ad altri artisti eugubini è tornato Ou An, al secolo Fernando Lembo Di Pino, una delle mani di Littera Moderna (Gotico, per gli umanisti e per capirci) più fresche e sapienti in circolazione.

Ci siamo presi cura di illustrare il nostro lavoro, confrontandolo con quello che svolgevano gli amanuensi nel medioevo. Abbiamo parlato al pubblico di carta e pergamena, di produzione e lavorazione dei materiali scrittorii; di colori naturali, pigmenti, sostanze da cui estrarli e come usarli; di stili calligrafici, loro evoluzione nei secoli, punte tronche e punte sottili, inchiostro ferrogallico, noci di galla e penne d’oca; strumenti di scrittura, classici e contemporanei, innovativi e inusuali. Poi scritto, in bella scrittura, qua e là. E firmato dediche.

Già, perché attorno a questi personaggi e al mondo della scrittura storica, della calligrafia, alla sua storia ed evoluzione, il Festival del Medioevo ha realizzato anche un’iniziativa editoriale per lasciare una traccia scientifica dell’edizione 2022 (come anche nelle ultime due edizioni).

Scriptoria. Il mondo degli amanuensi

Calligrafia e miniatura. Scriptoria. Il mondo degli amanuensi è un corposo volume (quasi 350 pagine) edito da EFG per l’edizione 2022 del Festival, che raccoglie i contributi di una ventina di studiosi e appassionati di scrittura, calligrafia, paleografia e arte amanuense, tra cui anche il mio. Come piccolo anticipo, nell’ultima sezione, dedicata alla Calligrafia, segno dei tempi, ho scritto qualche riflessione sugli effetti terapeutici della calligrafia, I tratti di una cura le ho intitolate. Considerando quanto, in Occidente, il tema sia una strada ancora quasi vergine, in assenza di una bibliografia di riferimento ho espresso considerazioni personali. Ma dai feedback ricevuti dagli addetti ai lavori, posso azzardare a definirle piuttosto condivise.
Non è il caso di raccontare qui questo libro, non ora, già che in sordina, senza farsi annunciare nell’ambiente, può secondo me segnare un milestone nella bibliografia di settore. Dedicargli un passaggio veloce all’interno di questo resoconto sarebbe come sminuirlo, ma non appena l’avrò studiato bene gli dedicherò lo spazio che merita, promesso.

La conferenza sulla scrittura storica

Di fronte allo scriptorium, la grande sala del refettorio del San Francesco ha accolto diversi incontri e conferenze, nei giorni del Festival. A margine di questa pubblicazione, un po’ per presentarla, un po’ per scoprire e promuovere il mondo che illustra, domenica 25 settembre 2022 una serie di interventi sul tema ha animato la manifestazione in questo senso.
Ivano Ziggiotti ha aperto i lavori raccontando l’arte della miniatura: forse il maggior esperto di colori naturali per miniature in Italia, di sicuro il miglior cultore e produttore di manoscritti, ha illustrato come estrarre colori naturali da sostanze organiche e inorganiche, come alluminare miniature e manoscritti con queste risorse. Ou An ha descritto la professione calligrafo: le prime gotiche, attraversando stili calligrafici medievali, mani gotiche rotunde e precise, manipolazioni e volteggi tra le pagine degli antichi manoscritti. Il maestro Ernesto Casciato ha introdotto gli strumenti del calligrafo: penne d’oca e calamo, ovviamente, in primis; poi quelli non convenzionali, i suoi originali strumenti inusuali di scrittura (ormai ne ha assemblati e prototipati quasi un migliaio, con materiali di recupero e tanti oggetti di uso quotidiano). Attilio Bartoli Langeli, paleografo di fama nazionale, ripercorrendo la scrittura da Carlo Magno a Internet ha messo a confronto le mani caroline con le gotiche, sottolineando il passaggio dell’unità identificativa dalla lettera alla parola, per atterrare all’Antiqua, con il suo recupero della scrittura di Alcuino di York, fino alle prime corsive.
Di questa conferenza c’è una diretta registrata nel canale facebook del maestro Casciato

Ecco che in tutto questo, tra incontri, chiacchiere, saluti, racconti, spiegazioni, conoscenze, dimostrazioni, scambi e scoperte, al Festival del Medioevo fare “semplicemente” calligrafia in uno scriptorium come questo è difficile, con tutto quello che c’è da fare intorno alla calligrafia.

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