Di inchiostro stilografico ferrogallico si può fare, eccome. Ne uso da anni, per capirci, di cecidiferrici altrui nelle mie penne; in realtà, per altrui intendo solo quelli del Maestro Ernesto Casciato, già che ad oggi non sono al corrente di altri che ne realizzino. Ora è arrivato il momento di farlo io, a partire da Persefone, ormai abbastanza grandicello da permettermelo.
Stabilire che in assoluto il ferrogallico non sia un inchiostro stilografico, nel 2023, è una sciocchezza: con i giusti accorgimenti in fase di produzione, il ferrogallico scorre nelle penne stilografiche meglio di ben altri inchiostri stilografici.

Non sono un profondo conoscitore dell’universo sconfinato delle penne stilografiche, diciamo che sono soltanto un utilizzatore finale. Appassionato, inscimmiato e a contatto con esperti sì, ma intorno alle stilografiche gira così tanto che ancora temo di perdermici. Tuttavia non da oggi carico le mie penne con tanti inchiostri diversi, tra i quali il ferrogallico, anche se non mio.
Non ci sono ingredienti segreti, né formule magiche per ottenere un inchiostro stilografico ferrogallico. È solo questione di tempo e pazienza, e un po’ di attenzione al processo; ovviamente se si parte già da un Ferrogallico buono.

Seguendo i consigli del Maestro, ho convertito una produzione di buon ferrogallico Persefone in inchiostro stilografico, con al momento ottimi risultati.

Ferrogallico come inchiostro stilografico: problemi da risolvere

Non è vero che sia l’acidità del ferrogallico il principale impedimento al renderlo un buon inchiostro per penne stilografiche: Persefone raggiunge livelli di PH prossimi al 4, quando diversi blasonati inchiostri stilografici si fermano molto prima. E quando parliamo di PH parliamo di scale logaritmiche, quindi con differenze importanti tra un valore e l’altro anche se contigui. Certo, siamo sempre in ambienti acidi e non potrebbe essere altrimenti, ma questi livelli di acidità non danneggiano pennini né condotti.
Chiaro che la versione medievale del ferrogallico corrode ogni superficie, ma nel 2023 siamo in grado di modulare la formulazione per “tradire fedelmente la storia” ed adattare un inchiostro storico alle esigenze contemporanee.

Altro momento delicato è quello dei filtraggi. Per avere la pulizia dell’inchiostro necessaria a farlo scorrere nei condotti ne servono tanti, molti più dei tre o quattro, spinti, che eseguo nel ferrogallico per pennini a intinzione. Quindi, di conseguenza, serve molto tempo per ottenere un buon inchiostro stilografico a partire dal ferrogallico. Tra un filtraggio e l’altro ci sono tempi tecnici di sedimentazione, lunghe attese per far depositare il precipitato e separarlo dal liquido, tanta pazienza necessaria per ottenere il giusto fluido.

E la gomma arabica?

C’è poi la carenza di addensante. Nel mio ferrogallico uso la gomma arabica, e ultimamente ho sperimentato quella di Hamburg.
Gli inchiostri Hamburg non è da oggi che li uso e li apprezzo. Parliamo di colori di qualità, made in Italy, per calligrafi esigenti. Una marea di colori, anche variabili nell’intensità se miscelati con acqua. Delle tonalità di rosso, Dante e Casanova, non so più farne a meno. Non ho altro rosso oltre l’Hamburg, letteralmente e religiosamente. Quello che non conoscevo, di Hamburg, è la gomma arabica. Chi fa ferrogallico, o chi lo usa, sa quanto sia importante il legante, per dare intensità all’inchiostro, per farlo brillare, per la sua persistenza, per la scorrevolezza e per tanti altri dettagli estetici e funzionali. Hamburg ink produce anche gomma arabica, e l’ho sperimentata nel mio ferrogallico Persefone. Gran bel prodotto, in definitiva. Come gli altri di casa Hamburg. Il mio ink, con quella gomma, ne esce più denso e persistente, luminoso, corposo e veloce, senza perdere sottigliezza né fluidità.
Ma nell’inchiostro stilografico ferrogallico, ovviamente, non v’è traccia di gomma arabica. Questo comporta un’intensità del nero leggermente inferiore alla versione calligrafica, ma lavorando con punte sottili (quelle delle penne stilografiche, fini o medie al massimo, le mie) questa omissione si nota poco.

Al momento sono in attesa. Sto collaudando questa prima versione, verificando se i tempi tecnici sono stati rispettati o ne necessiteranno altri. E scrivendo, chiaramente: la resistenza del ferrogallico e le caratteristiche di Persefone le conosco, non cambiano a seconda dello strumento di scrittura. Ma la fase di test è necessaria, dato il nuovo mezzo, e non sarà breve. Ma finirà.

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