Dall’Archivio storico delle cartiere Miliani, in occasione dell’apertura straordinaria di Istocarta per la settimana della cultura d’impresa, sinceramente mi aspettavo di più. Non di meglio, ma di più sì. Quantitativamente parlando, almeno.

Avrei voluto vedere, a Fabriano, qualche elemento in più del patrimonio di filigrane, punzoni, documenti, strumenti e carte che la Fondazione Fedrigoni gestisce ma in questo caso si è tenuta per sé. Un po’ di abbondanza mica per forza danneggia sempre la qualità.

Il patrimonio (nascosto) dell’Archivio storico delle cartiere Miliani a Fabriano

Dal 9 al 23 novembre 2018 Istocarta (Istituto di Storia della Carta Gianfranco Fedrigoni), proprietario dell’Archivio storico delle cartiere Miliani di Fabriano, uno degli archivi d’impresa più importanti al mondo, custodito nelle vecchie cartiere di Fabriano, ha aperto le porte al pubblico. Valeva la pena approfittarne, per godere di questo primo “archivio d’impresa” riconosciuto di notevole interesse storico ex lege, unica sede in Italia non trasferibile altrove da statuto.

L’Archivio storico delle cartiere è conservato in una parte del vecchio stabilimento delle cartiere Miliani, a Fabriano. Chiunque avesse o ha anche solo un millesimo di quanto c’è a Fabriano dal punto di vista dell’archeologia industriale cartaria, in una sede come questa avrebbe istituito un museo. A Fabriano il Museo della Carta e della Filigrana – di proprietà comunale – ha dovuto trovare sede in una struttura comunale, un ex convento, avendo Fedrigoni SpA acquisito nel 2002 le cartiere Miliani (diventate quindi parte di un’azienda privata). Se vi piace quello che piace a me, al Museo della Carta e della Filigrana una visita fatela.

Oggi le cartiere di Fabriano, controllate dal Gruppo Fedrigoni, sono state acquistate dal fondo di investimenti statunitense Bain Capital. Fedrigoni ha però mantenuto questo archivio – per fortuna -, dopo averlo acquisito nel pacchetto nel 2002, nel disinteresse di allora di un Comune che in qualsiasi altra realtà del mondo avrebbe messo mano al portafogli senza pensarci per mantenere pubblico un patrimonio del genere. La storia di Fabriano, in sintesi. Ma in quegli anni l’impero Merloni focalizzava altrove gli interessi fabrianesi, e forse – visto il far west che sta diventando Fabriano da quando si è capito che è sulla carta che si gioca il futura di questa terra – la gestione di un privato autorevole di questo tesoro non è stata un male per la storia della città.

Un archivio che merita la fama della carta Fabriano

Comunque, varcata la soglia dell’archivio, in un paio di stanze è esposto un bel pezzo di storia, arte, cultura e tradizione cartaria made in Fabriano. Una raccolta di valore.

Le filigrane a triplo strato, i campionari commerciali di carta degli anni trenta, le matrici del maestro Franco Librari, i suoi e altri punzoni e contropunzoni. Filmati storici dei lavorenti a petto nudo a sollevare forme larghe un metro, le lettere dei dipendenti al fronte nella prima guerra mondiale imploranti un esonero o un conforto da Giovanni Battista Miliani (allora Ministro nel Governo Orlando, che condusse l’Italia nella guerra dopo Caporetto).
Le tele vergate e veline ottocentesche filigranate in chiaro e chiaroscuro. La carta Secolo XIII e la Roma; una carta da parati alfabetica, soprattutto corsiva cancelleresca, quasi ipnotica.

Ma soprattutto la collezione delle antiche carta fabrianesi raccolte dal filigranologo Augusto Zonghi, datate dal 1267 al 1798, definita a ragione “unica al mondo” all’Esposizione di Parigi del 1900. Certo, dietro una teca di vetro i faldoni che la raccolsero e la cassa in legno che l’alloggiò, qualche foto e una manciata di esemplari. Chiaro che non si possa esporre un patrimonio di questo tipo così come un oggetto qualsiasi; chissà, magari per il 13esimo Meeting annuale delle Città Creative Unesco, nel 2019, Istocarta potrebbe mostrare qualcosa in più.

Però delle 1200 fotografie storiche della fototeca, dei 3000 volumi della biblioteca, dei 2000 mq di strumenti e macchinari e magli e torchi e tele e dei 6000 punzoni e delle 2300 forme che dichiara Istocarta, ecco, qualcosa in più mi sarebbe piaciuto trovarlo, varcata la soglia dell’archivio storico delle cartiere Miliani.

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