Canti di Carta è una mostra che dal 19 marzo all’8 maggio lascerà in mostra alla Pinacoteca Civica Bruno Molajoli di Fabriano una serie di opere che attraverso Dante Alighieri abbracciano editoria storica e arte.

Ascoli Piceno e Fabriano, città della carta

L’anno scorso, una Legge regionale delle Marche ha riconosciuto Fabriano come città della carta e della filigrana e Ascoli Piceno e Pioraco come Città della carta. Su questa linea, e lungo un’ideale prosecuzione delle celebrazioni per i 700 anni della morte di Dante, sono state messe in rete realtà culturali del nord e del sud delle Marche nel comune principio di valorizzazione del patrimonio culturale e delle eccellenze. Fabriano e Ascoli Piceno, dunque, legate non solo dall’antica produzione della carta ma da uno scambio di tesori e di conoscenze.

La mostra Canti di Carta, in dieci sezioni, raccoglie quasi cento opere d’arte che si ricollegano a Dante e alla Divina Commedia, provenienti principalmente dalle Civiche Collezioni del Comune di Ascoli, ma anche dal Comune di Montefiore dell’Aso, da collezionisti privati e dalla raccolta d’arte della Provincia di Ascoli Piceno. Pezzi forti i disegni del Guercino, di Giovanna Garzoni e scritti di Cecco d’Ascoli e poi il ritratto di Dante di Adolfo de Carolis. Archivi e collezioni divisi in tre tipologie: i libri e gli incunaboli, la cartografia scientifica e le opere d’arte con incisioni, disegni e diversi sistemi di stampa.

Canti di Carta. Dante e le Marche a Fabriano

Al primo piano della pinacoteca di Fabriano troviamo incunaboli e cinquecentine, provenienti dalla biblioteca civica di Ascoli Piceno, che illustrano il mondo di Dante e gli aspetti più cari al sommo poeta. In esposizione dietro le teche alcuni esemplari della Bibbia e le visioni teologiche e spirituali di San Bonaventura.

Quindi una sezione sull’anti Dante, con opere di Francesco Stabili, meglio noto come Cecco d’Ascoli: manoscritti membranacei del Trecento, incunaboli e cinquecentine documentano l’opposizione dell’ascolano, per il quale un manuale non poteva essere un poema, a Dante Alighieri.
Poi una raccolta di beati, dannati e spiriti maligni, creature straordinarie attraverso il mito e il sacro, passaggi reali e visionari. La sezione più suggestiva della mostra. Immancabile la testimonianza del piceno Osvaldo Licini con un suo Angelo ribelle; altro piceno illustre a fargli compagnia, Adolfo De Carolis, con i suoi schizzi, che ci lascia anche una grande xilografia con un ritratto di Dante Alighieri del 1920, lo sguardo rivolto verso l’infinito. E per restare nelle Marche, anche uno scatto di Mario Giacomelli, nonché Valeriano Trubbiani con belle acqueforti rappresentanti bestie come degli umani.

Infine la parte conclusiva dell’esposizione, I cieli e le terre di Dante, dove vengono rappresentati le altezze gli spazi, fiumi di fuoco e sangue, oscurità e luce, in una serie di cartografie e suggestioni. Mary Hensman chiude questa esposizione, artista preraffaellita, prima e attenta cartografa di Dante; come Beatrice guidò lo spirito del poeta, è ancora una volta una donna a indicarci la via, in una mappa della Penisola utile per un viaggio in Italia sulle sue orme.

L’evento espositivo promosso dalla Regione Marche è curato da Carlo Bachetti Doria, organizzato dall’Associazione Giovane Europa e si avvale della competenza di un comitato scientifico composto da esperti nel settore museale, archivistico ed artistico.

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