La musica per fare calligrafia è per me uno strumento essenziale, come la carta, come l’inchiostro. La musica per scrivere non è solo un accompagnamento, ci dà il ritmo, ci spinge e ci trattiene, ci sostiene e ci incalza, ci conduce all’introspezione per dirigere l’esternazione di noi stessi nei segni che tracciamo.

Come tanti, la musica mi ha accompagnato a livello personale, professionale e scolastico per lunghi e intensi decenni. Con una formazione pianistica da conservatorio, dopo gli approdi nelle band adolescenziali che nei primi Novanta popolavano i garage sono passato dal blues al metal, dal grunge al rap, dalla techno all’elettronica; dal piano alla chitarra, dalle jam session ai campionamenti, dalle tastiere ai sequencer midi e Cubase. Preistoria.
Ma nella vita, come nella storia della calligrafia, nessuna esperienza ne sostituisce un’altra: prima si sommano poi si sintetizzano.

Quello della musica per scrivere, musica per fare calligrafia, è un tema che cerco di approfondire da tempo. Ho chiesto le loro preferenze a diversi calligrafi, a professionisti e appassionati o studenti, per capire se ci fossero orientamenti comuni tra punte tronche e sottili, o anche solo se fosse sentita questa esigenza di ascoltare musica quando si fa calligrafia, che a me sembra sottintesa ma il mio mondo non è il mondo di ogni altro.

Ovviamente la risposta a tutte le domande è la stessa ed è negativa. La calligrafia è un gesto personale, intimo, sensibile, che risente anche del momento e di allineamenti a volte imperscrutabili, come la musica. Quindi ognuno avrà la sua musica per fare calligrafia, valida per lui soltanto e soltanto in un determinato momento. Combinazione non ripetibile, nemmeno per la stessa mano e la stessa calligrafia, in un altro luogo o momento o condizione psicofisica o spaziotempo. Capiamoci, c’è anche chi non sopporta distrazioni mentre fa calligrafia, chi dalla musica è deconcentrato, ed è comprensibilissimo. Ma anche chi, come Barbara Calzolari, ai corsi di calligrafia si presenta con l’altoparlante. E che divertimento.

musica per scrivere

Quale musica per fare calligrafia?

A voler approfondire sono sicuro si arriverebbe a risultati interessanti e probabilmente inediti. Per le esperienze che ho raccolto, c’è chi per il flourishing si lascia condurre dalle note di Šostakóvič, chi sceglie il punk o l’hard rock per muovere a tempo i brush, chi cerca un solido e affidabile quattro quarti per l’american e chi si trova bene con il levare della bossanova per l’italico (io, ad esempio, che mi diverto a scrivere anche con la samba e la cumbia).

Poi, il più delle volte, lo ammetto, mi affido agli algoritmi. Ho alcune web radio preferite, Ondarossa o Blackout per citarne giusto un paio cui sono particolarmente affezionato, con trasmissioni storiche che sento mie da tanto, ma Spotify e YouTube conoscono a fondo i miei gusti, perché li ho indicati io in anni di frequenza. Anche quando faccio calligrafia, e se da una parte mi soddisfano compiacendo miei gusti dall’altro mi fanno scoprire nuovi ritmi incrociando i dati che consegno con piacere.

Spotify e le sue radio: la mia musica per scrivere

A fine anno Spotify ci concentra il meglio dei dodici mesi che abbiamo trascorso con i suoi streaming. Questo il mio best of 2019 scelto dal servizio verde on demand (occhio, parecchi testi espliciti). Poteva fare di meglio, lo riconosco, se guardo ai cuoricini che ho assegnato in questi mesi. Ma so accontentarmi, quando sceglie un algoritmo.
Chissà quale musica per calligrafia accompagna invece i vostri, di tratti calligrafici? Intanto i miei auguri di un 2020 di coraggio forza pace e uguaglianza a suon di musica e calligrafia.

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