Libero non è il mio quotidiano preferito. Così come Matteo Salvini e Giorgia Meloni, leader indiscussi di quella stampa, non mi rappresentano come elettore e come italiano; né più né meno di ogni altro parlamentare, d’altra parte. La mia parte politica è extraparlamentare da una ventina d’anni almeno.

Libero, dicevo. Sono un giornalista anche io, di lunga data, e conosco la professione quanto basta per rispettare l’operato dei giornalisti, tutti, al di là delle linee editoriali e politiche. Libero non fa eccezione: i suoi giornalisti sono professionisti e lavoratori, anzitutto, come tutti gli altri. Già questo basta per dar loro rispetto, lavorare in una professione in cui tutti si sentono in grado di dare insegnamenti. Se parlano poi di calligrafia ancora di più. Perché si parla di calligrafia sui giornali, ultimamente, abbastanza di frequente. Indice di un’attenzione crescente.

Calligrafia a tutta pagina su Libero

Tiziana Lapelosa scrive su Libero. Orientamenti a parte, la calligrafia nei giornali finisce sempre più spesso e Libero non è nuovo all’argomento calligrafia. Lapelosa mi ha contattato la settimana scorsa perché stava preparando un pezzo sui corsi di calligrafia online. Individuati i soggetti e gli argomenti sul web, sentiti i giganti del settore, è arrivata fino a me.

Nel suo bel pezzo, su Libero a tutta pagina, parla dell’Associazione calligrafica italiana e dei corsi di calligrafia che tiene, recentemente anche online vista la situazione. Poi di Corsi corsari, un’azienda leader e non da oggi per quanto riguarda la formazione online, anche per la calligrafia.

Quindi arriva a me, per parlare di calligrafia nel suo giornale. La giornalista mi ha contattato chiedendomi informazioni sui miei, di corsi di calligrafia, ma le ho spiegato che in questo momento ho sospeso ogni attività, sia online che offline. Chi mi segue sulla newsletter saprà il perché, gli altri possono leggerselo qua.

Allora, fuori gioco i corsi, abbiamo scambiato quattro chiacchiere di scrittura. Preparatissima la giornalista, oltretutto, essendo figlia di tipografi, mi ha raccontato a sua volta.

E insomma, dal nostro scambio ha tirato fuori una sintesi mirabile, poche righe intense e ben scritte, dando voce a quella che è la mia idea di calligrafia.
In sintesi, “La calligrafia è questione di esercizio, passione e dialogo interiore, un voler tornare indietro a fare qualcosa con le mani che ci dia soddisfazione: ciò che pensiamo, la mano traduce”.
Parola di un “amanuense artigiano che con le lettere prova a fermare il tempo”.

L’intero articolo è qui, con la mia bella foto a centro pagina. Il testo è anche meglio.

Copyleft (L) Bella Scrittura 2024.
All rights reversed; by-nc-nd 3.0. Condividi con consapevolezza.