Per insegnare a scrivere ai bambini oggi c’è uno strumento che ogni calligrafo con figli in età scolare dovrebbe tenere sempre a portata di mano: Italico 1.0 e 2.0. Di questo metodo non ho sentito parlare abbastanza, nell’ambiente, e non me ne so spiegare il perché. Certo, non è un manuale di calligrafia tradizionale e non è pensato per calligrafi (no?, sicuri?), ma nel suo genere è una rivoluzione e anche un’eccezione innovativa. Infatti si fa tanta attenzione a insegnare calligrafia ai grandi ma si trascura quasi completamente, in Italia e in occidente, l’insegnamento della bella scrittura ai bambini. E a volte anche della scrittura tout court.

È un tema al quale sono particolarmente sensibile, l’insegnare a scrivere ai bambini, vuoi per un figlio alla soglia dell’età scolare, vuoi per l’insegnamento dell’Italico ai grandi che porto avanti ormai da un po’. In parecchi anni che studio, racconto e dimostro calligrafia, è la prima volta che trovo un manuale di calligrafia per insegnare a scrivere ai bambini e agli adulti basato sull’Italico, e che lo stesso Italico prende a modello per insegnare o re-insegnare a scrivere in bella grafia.

Anna Ronchi e l’Italico 2.0

Anna Ronchi, come ogni appassionato di calligrafia, è un nome che conosco da anni, in quanto indissolubilmente legato all’Associazione Calligrafica Italiana. L’ACI è un’istituzione, in Italia; la voce con cui la calligrafia italiana parla al mondo. Anna Ronchi, a inizio anni Novanta, è stata uno dei fondatori.

Poi ho avuto modo di conoscerla di persona, Anna Ronchi, di studiare con lei la scrittura cancelleresca, con l’Associazione Scrivere a Modo di Barbara Calzolari. Prima di impugnare i pennini, Anna ci ha fatto studiare la composizione di lettere italiche con la matita in un tratteggio monolineare. Per farlo ha seguito le indicazioni contenute in questo libretto, poggiato su un piccolo leggio come fosse un modello da seguire mentre si studia, da riprodurre tratto tratto. E lo è, in effetti. Questo libretto è Italico 1.0 e 2.0 e Anna Ronchi ne è l’autrice assieme ad Alex Barocco, altra calligrafa ben e meritatamente nota nell’ambiente.

Dopo tanto tempo da quel corso, ho deciso di acquistare Italico 2.0. L’ho preso assieme al fratello Italico 1.0, legati nello stesso libretto. Ovviamente su calligraphystore, il rivenditore online di strumenti e materiali per calligrafia di Anna Ronchi. Questo manualetto è composto di una copertina e 11 schede (10,5 x 21 cm) con allegata la base in legno che permette l’alloggiamento in posizione verticale per visualizzare comodamente le lettere mentre si scrive.
Lo trovate in vendita a nemmeno 12€ su calligraphystore, lo shop online più qualificato in Italia per chi vuole rifornirsi di attrezzi, strumenti, materiali e supporti per calligrafia. Il negozio online di Anna Ronchi, una garanzia in più sulla qualità dei prodotti.

Il corsivo, dalle basi della scrittura all’Italico

Se la versione 2 dell’Italico presentata è adatta alla riscoperta della calligrafia da parte degli adulti, con l’obiettivo di tornare in possesso della bella scrittura, la versione 1 è secondo me fenomenale per i bambini.

L’Italico è l’unica soluzione che risolve il problema strutturale dell’insegnamento della scrittura e della lettura a scuola: ai bambini insegnano a leggere in stampatello e a scrivere in un corsivo che faccio fatica a qualificare, ma che di certo non leggeranno mai in nessun testo a stampa. Né utilizzeranno mai per scrivere (conoscete qualcuno che lo fa?). La calligrafia a scuola è scomparsa dagli anni settanta, ma oggi si trascura quasi del tutto l’aspetto dell’insegnamento della scrittura – non per forza bella – a scuola. Col risultato che i ragazzi finiscono per rendere corsivo lo stampato, nella loro scrittura, e creare delle grafie illeggibili e senza regole.
Esclusa la lettera a, l’Italico presenta le stesse lettere dei caratteri stampati (lo stampatello) e rende possibile scrivere in corsivo attraverso legature, nessi e stacchi funzionali alla velocità di scrittura.

Insegnare a scrivere ai bambini e apprendere la scrittura. Metodo Montessori e corsivo Italico

Non mi ritrovo troppo nel Metodo Montessori, per quanto riguarda l’apprendimento della scrittura. Riconosco l’innovazione e l’effettiva utilità degli alfabeti mobili, li tengo anche in considerazione e li uso, ci mancherebbe altro, con mio figlio di quattro anni. Ma, con l’occhio del calligrafo che si antepone a quello del maestro, ho visto che ha imparato a scrivere per imitazione non di forme, né di modelli, ma di tratti.

Ora, non sono un pedagogista e questa è solo la mia inutile esperienza personale, inoltre non ho mai insegnato a scrivere a mio figlio fino ad oggi eppure, con la sola imitazione dei miei movimenti e composizione di tratti, non ne sbaglia una di ventisei lettere. Non sarei pronto a scommettere che, imitando lettere già scritte da combinare (gli alfabeti mobili), l’ordine di esecuzione e l’andamento dei tratti (il ductus corsivo e formale) risulti corretto. Intervenire poi su questi errori è difficilissimo.

Italico 2.0 e 1.0 insegna proprio come combinare i tratti e le forme per creare lettere. Le lettere di questo alfabeto che condividono pochi grafemi legati tra loro. Perché, teoricamente, scrivere in corsivo Italico è semplicissimo, basta imparare quattro tratti che compongono tre forme. Teoricamente.

Comunque, ora ne approfitterò per fare pratica anche io come docente di mio figlio (con le minuscole siamo un po’ indietro), già che esercizi di pregrafismo a scuola non ne ha potuti fare (come tutti i bambini è a casa da febbraio per colpa del lockdown). Né mi sembra, in ogni caso, che alla scuola dell’infanzia prestino particolare attenzione alla cura di questa abilità. Magari gli alfabeti mobili: dalle mie parti stanno in trenta in dieci metri quadrati in un container recuperato dai moduli di emergenza del terremoto del 1997 (dopo le scosse del 2016 la scuola in muratura non è più agibile e hanno recuperato quel che c’era).
Figurati se le maestre riescono a personalizzare una didattica, o attuare un progetto educativo esperienziale particolare o anche solo a dedicare tempo ad attività di prescrittura, in condizioni precarie come quelle in cui ormai ci siamo abituati. È facile poi appiccicare un DSA al bambino che alla primaria è disgrafico.

Scrivere in corsivo e calligrafia. Un punto di partenza

Tornando in tema, Italico 1.0 e 2.0 è un ottimo strumento per insegnare a scrivere ai bambini, ma soprattutto un buon punto di partenza per chi vuole tornare a scrivere bene in corsivo, e me ne sono accorto nei mesi di lockdown, quando ho messo a punto mio malgrado un metodo per studiare calligrafia online.

Consigliato già tra le letture per l’estate – sono schede plastificate, non temono la sabbia sotto l’ombrellone – tratta di un metodo visivo analitico per l’apprendimento della scrittura, adatto dagli 11 ai 99 anni.

Schede pensate per bambini, ragazzi, genitori e insegnanti. Se un figlio ce l’ho e quello che so di calligrafia lo racconto agli altri, e se ogni volta che scrivo torno bambino e, inoltre, come tutti, nella calligrafia sono un principiante, allora credo di appartenere un po’ a tutte e quattro le categorie.

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