L’American Cursive Handwriting, zitto zitto, piano piano, me lo sto studiando e godendo da qualche anno. Senza intenzione alcuna di utilizzarlo per motivi diversi dal piacere personale, senza secondi fini, senza nessun’altra spinta a farlo che non sia riprovare, ogni volta che chiudo i suoi ovali, quello stupore che mi avvolse la prima volta che lo vidi scrivere. Solo per questo; tolto questo non mi serve a niente, l’American. E come tutte le cose che non servono a niente è bellissimo.

Ho avuto la fortuna di ammirare l’American Cursive dal vivo da mani leggendarie come quelle di Michael Sull, addirittura senza spostarmi dalla mia Fabriano, e già averlo studiato con lui mi ha dato sicuramente un vantaggio non trascurabile per eseguirlo al meglio. In Europa, Alessandro Salice studia questo stile da anni con rigore e autorevoli nomi nel panorama internazionale della calligrafia consigliano un workshop con lui; appena ci riesco, senz’altro e non vedo l’ora. Nel frattempo, la sempre valida Associazione Calligrafica Ferrogallico ha organizzato a Senigallia un corso di qualità di American Cursive Handwriting con Barbara Calzolari, che di Alessandro Salice è collega ed è stata maestra.

Barbara Calzolari e l’American Cursive Handwriting

Non sono nuovo ai corsi di calligrafia di Barbara Calzolari. L’Associazione Ferrogallico, con cui ogni tanto collaboro – nonostante quanto poco riusciamo a sovrapporre i calendari con la presidentessa -, inserisce nella sua programmazione almeno un paio di workshop con lei ogni anno. Cerco di non perdermeli, ovviamente.
Non tanto per la calligrafia, o per gli insegnamenti tecnici, che sono importanti ci mancherebbe, ma da Barbara so che posso aspettarmi lezioni di stile, di vision, di vita anche, se per vita intendiamo saper declinare rispetto e passione, libertà e sogno, studio ed evoluzione, e coniugarli tra loro per creare qualcosa che abbia il nostro nome e viva con la nostra linfa.

Come nelle precedenti riflessioni di calligrafia a margine delle esperienze vissute con lei, anche da questi due giorni sono tornato a casa più ricco. Più o meno padrone dell’American Cursive Handwriting non lo so, ma più consapevole del mio studiare calligrafia sì. E più che la dispensa e gli esercizi di corsivo americano, nei giorni successivi ho rielaborato pensieri e punti di vista di Barbara sulla calligrafia. Alcuni vale la pena condividerli, per il bene comune e quello di questa disciplina, a volte brutalizzata da chi l’affronta senza cultura, senza rispetto, senza consapevolezza.

«La calligrafia non ha download»

«Questa disciplina ha una sacralità, intima, privata, profonda; la vivi in te, la studi da solo. Questa cosa non ha download. Parlerà di noi e se non c’è ricchezza non c’è fertilità; la sincerità è fondamentale, è nello studio che cresci, nei giorni passati a ripetere lo stesso tratto finché non esce come deve.
Fa’ una cosa come il tuo maestro, falla identica, falla meglio, falla tua. Questo il percorso, godetevelo, non guardate indietro. Riconoscetevi nelle lettere, date loro vita e partite per il vostro viaggio. Non abbiate paura di fare una cosa nuova, non abbiate paura di non dedicarle abbastanza amore».

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